Andre ha uno stile unico. Nella sua musica spicca senz’altro una profonda cultura musicale e una grossa ricerca di loop e samples che lo caratterizzano. I suoi pezzi diventano spesso degli “Anthems” da discoteca. Non per niente viene tenuto in grandissima considerazione da artisti del calibro di Fatboy Slim, Armand Van Helden, A-trak e tanti altri.
ELECTRO ITALIANS DO IT BETTER #3
HIS MAJESTY ANDRE
Residenza: Londra
Etichetta: Southern Fried / Fool’s Gold / Main Course
Facebook: hismajestyandre
Soundcloud: hismajestyandre
Twitter: @hismajestyandre
Booking: alberto@elasticartists.net
INTERVISTA:
(NW– Nikky Wadd | HMA – His Majesty Andre)NW – Ciao Andre. Avrei voluto incontrarti al Love Electro! ma per svariati motivi non sono riuscito a venire. Quindi questa intervista la facciamo via email alla vecchia maniera! Com’è andata la serata? Divertito?
HMA – Ciao Nikky! Love Electro è stato molto bello, la location è unica e la gente è stata molto calorosa.
NW – Tra Italia e UK ti ho visto un paio di volte dal vivo e ho sempre ammirato la tua tecnica di mixaggio da dj “puro”. Cosa ne pensi della tecnologia attuale applicata ai dj set?
HMA – Le nuove tecnologie permettono, non solo in musica, di poter fare cose fino a pochi anni fa inimmaginabili. L’utilizzo che se ne fa può portare a ottimi risultati e innovazioni o condurci a pigrizia e mediocrità.
Fino a poco tempo fa ero un po’ sospettoso nei confronti di portare la propria musica su una chiavetta USB o una scheda SD. Sentivo l’assenza della fisicità nel gesto di cambiare CD. Ora, invece, non posso farne a meno! Non solo così evito di sprecare plastica per masterizzare pochi pezzi alla volta — immagina quando fra i promo ne trovi solo un paio che fanno al caso tuo — ma velocizzo anche i tempi di mix, grazie alla possibilità di fare una sorta di editing al volo, con punti di cue e loop.
NW – è appena uscito su Main Course il tuo nuovo singolo Sunshine (feat Anna Lunoe). La prima volta che l’ho sentito nel mix di Bot mi è subito rimasto in testa. Un po’ come tutti i pezzi che fai… qual’è la tua formula magica?
HMA – Vorrei saperlo anche io, così potrei essere più rapido nella produzione! Probabilmente un piccolo segreto si cela nel trovare quel loop “melodico”, sia da un sample o completamente suonato, che una volta ascoltato, anche per pochi istanti, rimanga in testa almeno un paio d’ore o ti venga da canticchiare mentre stai facendo la fila alle poste … e lì ne hai da canticchiare!
NW – Un mostro sacro come Fatboy Slim ha fatto un intero tour mondiale iniziando i suoi dj set con il tuo disco “Clubs” … che effetto ti fa?
HMA – Fatboy Slim è stato uno dei miei artisti preferiti fin da quando utilizzava altri pseudonimi. Scoprire che un proprio pezzo diventa quasi parte integrante dell’intro di uno dei tuoi eroi di sempre non può che renderti orgoglioso. Riesce però anche a farti sentire piccolo al tempo stesso, mentre guardi un mare di gente ballare su quel loop e senti le grida di felicità quando entra il break con il filtro.
NW – Tra l’altro se non ricordo male, durante una tua serata al Cable, mi hai fatto vedere una foto di te con Fatboy Slim. Racconta un po’ …
HMA – Quella foto fu scattata a Roma, quando decisi di andare a conoscerlo personalmente. Fu facile entrare in contatto con lui, grazie agli amici di Southern Fried e alla semplicissima mail che gli mandai: “sono His Majesty Andre, quello di Clubs”.
NW – Tutta la tua musica ha delle forti contaminazioni prese dal passato e sapientemente riadattata al suono di oggi. Solitamente come ti viene l’idea per un nuovo pezzo? Campioni da pezzi vecchi?
HMA – La maggior parte dei samples che utilizzo come parte principale sì, sono “estorti” da vecchi brani — cronologicamente parlando. La creazione di un nuovo pezzo può avvenire in maniera “caotica”, cioè che deriva dal caos ovvero passando molto tempo all’ascolto di musica, o da un’idea che, un po’ come per associazione di pensieri, mi porta ad uno specifico brano che già conosco e mi conduce alla realizzazione finale dell’idea originale.
NW – Che rapporto hai con il vinile? Li ascolti ancora? Vai ancora a “comprare i dischi” come si faceva una volta?
HMA – Da un po’ di tempo a questa parte compro solo vinile. L’ho sempre fatto, ma le risorse economiche spesso le investivo in CD. Mi piace avere la sensazione di possedere la musica, e di averla in tutta la sua grandezza, non solo musicale ma anche grafica e materiale (o materica?). Quando ascolto musica a casa mi piace l’azione dell’appoggiare la puntina nel solco. Spesso non mi accontento più di fare “touch” su un play virtuale, per quanto sia diventato fondamentale poter avere la propria libreria musicale ovunque e “quandunque”.
NW – Cosa ne pensi dell’evoluzione della musica dance degli ultimi anni? Cosa ti piace e cosa no?
HMA – Sei sicuro di volerlo davvero chiedere ad una persona che 10 anni dopo l’esordio della musica french touch ha deciso di farne la propria versione? Ahah!
Ironia a parte, non ho un pensiero specifico sulla dance degli ultimi anni. Forse perché suddivido la musica in “mi piace/non mi piace” e così facendo trovo sempre qualcosa da mettere da parte. L’unica banalissima nota che mi sento di sottolineare è la standardizzazione di alcuni filoni musicali, sia in termini creativi che produttivi.
NW – L’album dei Daft Punk? Promosso o Bocciato?
HMA – Promosso! È musica.. Qundi anche “de gustibus”!
NW – Che programma usi per produrre musica? Hai un trucco o un consiglio tecnico da svelarci?
HMA – Per produrre musica uso Ableton Live, molto “maneggevole” nel trattamento dei samples.
Trucchi? Solo un po’ di pasta modellante o cera, visto che ultimamente ho i capelli più lunghi del solito.
NW – Cosa non metteresti mai e cosa invece metti sempre nei tuoi dj set?
HMA – Non metterei mai qualcosa nel quale non credo o che non mi convince a sufficienza, anche se in passato ho dovuto mediare. Cosa metto sempre? Un po’ di tutto. Mi piace ascoltare diversi generi, quindi perché non proporli a mia volta nei set? House, techno, electro, trap, pizza, spaghetti e mandolino.
NW – Se ti capita di andare a serate come cliente, riesci a ballare? o ti fermi a commentare tecnica, mix, etc del dj di turno?
HMA – Solitamente quando vado ad una serata è per ascoltare la musica e molto raramente ballo. È un “difetto” molto comune fra i DJ. Ho capito però che nelle serate con trap/hiphop è più facile ch’io mi muova rispetto ad una in quattro/quarti, specie se tutta dritta. Il commento tecnico è una deformazione professionale della quale sono riuscito a liberarmi. Dovrei essere lì per divertirmi e non per alzare la paletta con il voto. Nel caso io non mi diverta posso sempre uscire dal locale!
NW – Quando hai deciso di iniziare a fare il dj/producer? c’è stato un momento della tua vita dove hai pensato di smettere?
HMA – Ho sempre voluto lavorare nella musica, fosse musicista, speaker radiofonico o, come poi è successo, dj e producer. Qualsiasi fosse la causa scatenante, in passato il pensiero di smettere è passato per la mente. Mi sono però reso conto che avrebbe significato soffocare una parte fondamentale di me stesso.
NW – Solitamente tutti i giovani dj/producer vedono il riconoscimento all’estero come l’arrivo del “successo”. Il vivere a Londra ti ha aiutato nella tua carriera, sia per la creatività che per la facilità dei contatti lavorativi? La consiglieresti come esperienza?
HMA – Il riconoscimento all’estero è un grande momento, ma quello ancora più grande è il riconoscimento nella propria patria, specie considerando il nostro astio nei confronti dei veri talenti Italiani, quelli che possono davvero fare la differenza e che spesso in Italia non hanno molto seguito.
Il vivere a Londra, come potrebbe esserlo Los Angeles, New York o altre città, può aiutare dal punto di vista creativo, dato che gli stimoli sono differenti da quelli di casa propria, e sicuramente la possibilità di crearsi connessioni “dal vivo” sono più facilitate dato il maggior numero di eventi promossi.
NW – Cosa ne pensi di Spotify (che è arrivato da poco in Italia)?
HMA – Spotify mi piace molto, credo sia un buon sistema per avere la possibilità di ascoltare musica che probabilmente non compreresti, senza la necessità di doverla scaricare, ma vorresti sentire comunque avere. In più la qualità audio è garantita, a contrario di youtube che spesso è stato confuso per un jukebox digitale e che è soggetto alla qualità di upload da parte dell’utente — che legalmente non potrebbe nemmeno caricarla. Ma questo è un altro discorso, che mi interessa relativamente poco. E poi qualche centesimo dai play di Spotify arriva, così posso prendermi il caffé ogni tanto.
NW – Ti prometto che la prossima volte che suoni in Italia vengo a sentirti! Nel frattempo ti ringrazio per la pazienza e la tua disponibilità. A presto!
HMA – Sei il benvenuto anche non in Italia, come tutti.. Se siete Italiani, fatevi sentire e venite a salutarmi quando suono!
TRACKLIST DEL MIX:
1. Slick Shoota feat. Purple – F Dat (Djemba Djemba & DJ Hoodboi Remix)
2. Kiddy Smile – Can I get Myself Alone (Donovans Remix)
3. Madame – Walk Back
4. Nacey – Uptown Skank
5. His Majesty Andre feat. Anna Lunoe – Sunshine (AC Slater Remix)
6. Sophie – Bipp (Bot Rework)
7. Sinden & Astronomar – Shoe Horn
8. Astronomar – The Bomb Ha
9. Armand Van Helden – The Funk Phenomena (Acapella)
10. Riton feat. Musical Youth – This Generation (Original Mix)
11. Daniel Haaksman – Toma Que Toma (Bot Remix)
12. NSS – 4 All Posse Cut
13. What So Not – High You Are (Branchez Remix)
14. His Majesty Andre – Hymn (Tim Gunter Remix / His Majesty Andre edit)
EXTRA:
—> ELECTRO ITALIANS DO IT BETTER #1 – BIRDEE
—> ELECTRO ITALIANS DO IT BETTER #2 – BOT
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